L’adolescenza, specialmente in questo preciso momento storico, è un’età molto critica, in cui spesso emergono comportamenti a rischio che possono mettere in pericolo la salute e il benessere psicologico, sociale e fisico del minore e di chi gli sta attorno.
Episodi di delinquenza tra i giovanissimi e titoli sconcertanti come “Quattordicenne trovato in possesso di stupefacenti” o “Arrestato minore per spaccio” sono sempre più frequenti, e in alcune aree più a rischio sono addirittura all’ordine del giorno.
Nella società odierna, sono numerosi e sempre crescenti i pericoli nei quali un minore può incorrere, come la frequentazione di “cattive compagnie” e la tenuta di comportamenti scorretti fuori dalle mura domestiche, che possono verificarsi, ad esempio, nel caso in cui il minore finga di recarsi a scuola trascorrendo invece la giornata altrove o intraprendendo azioni violente o illecite o, ancora, facendo uso di droghe.
Alla luce di questo grave scenario, il 26 agosto 2018 il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha presentato la direttiva del Viminale “Scuole Sicure”. Ovvero un insieme di misure atte a prevenire e a contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti nei pressi delle scuole e tra i giovani.
Come? Quali sono le modalità previste? Innanzitutto sensibilizzando i comuni a mettere in atto una riqualificazione delle aree limitrofe alle scuole (attraverso l’installazione di impianti di videosorveglianza), intensificando la collaborazione tra istituzioni scolastiche e amministrazioni locali e rafforzando l’attività di controllo del territorio ai fini della prevenzione dello spaccio di stupefacenti e del relativo consumo davanti alle scuole, con la partecipazione della polizia locale.
Ma assunzione di sostanze, abuso di alcol, abbandono scolastico, fenomeni di bullismo e cattive frequentazioni, rappresentano solo alcuni dei rischi a cui possono andare incontro i giovani.
Diamo qualche dato. Il 40% dei giovani, nel corso di una serata, arriva nei locali già carico. Di questi, il 14% ha già assunto sostanze stupefacenti. E, come se non bastasse, il 29% di questi ultra giovani ubriachi e storditi dalle droghe si mette anche alla guida.
Non a caso, la paura che il proprio figlio faccia uso di stupefacenti o venga coinvolto in incidenti stradali è tra le più diffuse secondo i dati di “Mano al volante, occhio alla vita”, la campagna promossa dal Movimento Italiano Genitori (Moige) presentato a Roma.
Ma quindi i genitori cosa dovrebbero fare? Tenere i figli a casa? Questo potrebbe non cambiare le cose, se non addirittura peggiorarle. Ciò che serve è un maggior controllo sociale, a cominciare dalla famiglia. Una maggiore attenzione nell’intercettare i piccoli segnali di disagio (sin dal loro esordio) e non sottovalutare le indicazioni che pervengono dalle altre istituzioni educative sarebbe già un ottimo inizio.
Perché purtroppo, nella maggior parte dei casi, questo viene a mancare. Troppo spesso i genitori, presi dal lavoro e dalle tante responsabilità, sottovalutano il problema o preferiscono “non vedere” alcuni campanelli d’allarme già chiari. Il rischio è che, una volta che il giovane si invischia in fatti pericolosi, non si può più tornare indietro…
Per tutti questi motivi, se il genitore nutre delle preoccupazioni in riferimento alla condotta del proprio figlio, o volesse appurare che quanto riscontrato dal rapporto diretto col minore corrisponda effettivamente al vero, è necessario cautelarsi verificandone: abitudini, frequentazioni e spostamenti.
Tra i casi più frequenti di indagine per la tutela dei minori, vi sono infatti:
L’Agenzia di Investigazione Sis Investigazioni svolge tali specifiche indagini sui rischi derivanti da azioni illecite o altri elementi che possono risultare lesivi della salute fisica e psichica del minore stesso.
Le indagini di controllo minori, condotte nel pieno rispetto delle leggi vigenti e con la massima riservatezza, sono finalizzate al recupero del giovane, affinché possa riprendere uno stile di vita corretto e sano.