Controversie sull’eredità: il ruolo dell’investigatore privato

Testamento ereditario dal notaio

Alla morte di un soggetto, ovvero il de cuius, determinati rapporti patrimoniali verranno trasferiti ai prossimi congiunti, in quanto si aprirà la successione ereditaria ex articolo 456 del codice civile. In questa fase il ruolo dell’investigatore privato può rivelarsi determinante al fine di operare la corretta suddivisione della legittima. Le indagini mirate sono in ogni caso fondamentali non solo nel caso di successione legittima, ma anche testamentaria.

Come funziona la successione ereditaria

Prima di comprendere in cosa consistono le indagini in materia di controversie sull’eredità è bene aver chiara la distinzione fra successione a titolo universale e particolare. La prima si verifica quando l’erede subentra, da solo o in concorso con altri soggetti, nell’universalità oppure in una quota dell’asse ereditario.

Nella seconda ipotesi, invece, si configura un legato in base alle disposizioni testamentarie. Nello specifico, l’erede potrà subentrare solo in uno o più rapporti determinati che non vengono considerati come quota dell’intera eredità.

In buona sostanza la successione universale genera il subentro nella totalità o in una parte del patrimonio del de cuius. Diversamente, nella successione a titolo particolare avviene il subentro in uno o più diritti che vengono specificati dallo stesso testatore.

Di contro solo l’erede e non il legatario potrà accedere a tutti i rapporti patrimoniali trasmissibili e acquisire di conseguenza gli eventuali debiti. Il soggetto sarà inoltre legittimato nei procedimenti che il defunto aveva instaurato in vita. Affinché questi effetti si possano spiegare è comunque necessario accettare l’eredità in maniera espressa o tacita, ma ferma resta la facoltà di rinuncia.

Per ciò che riguarda la disciplina dei debiti ereditari bisogna far riferimento a quanto previsto dall’articolo 752 del codice civile, in base al quale il successore risponde dei debiti in base alle quote ereditate, salvo che venga disposto diversamente dallo stesso testatore. Il legatario, a norma degli articoli 761 e 756 del codice civile, non dovrà rispondere dei debiti ereditari, ma su volontà del testatore potrà comunque essere chiamato a rispondere nei limiti del valore della cosa legata.

In merito alla distinzione fra successione legittima e testamentaria, bisogna considerare che solo quest’ultima prevede la suddivisione dell’asse ereditario secondo il volere del de cuius, a condizione che vengano rispettate le norme vigenti, nonché volte a salvaguardare gli interessi dei prossimi congiunti.

Quando non è possibile reperire alcun testamento idoneo a produrre effetti giuridici, si procede con la successione legittima, così chiamata perché i diritti successori vengono riconosciuti a determinati soggetti, nel rispetto delle varie combinazioni previste dalla normativa di settore.

In sintesi: se il de cuius non redige alcun testamento o pur avendolo redatto è invalido, si apre la successione legittima. La testamentaria ricorre quando il patrimonio viene disposto mediante testamento olografo, pubblico o segreto. Nella successione legittima l’eredità viene distribuita fra i successibili, ovvero:

  • i legittimari, quali il coniuge, discendenti e, in caso di assenza di figli, gli ascendenti;
  • gli eredi legittimi (collaterali, parenti fino al sesto grado e, in mancanza di un successibile, lo Stato Italiano), che subentreranno solo quando mancano i legittimari.

I chiamati all’eredità sono espressamente indicati dalla legge secondo un rigoroso ordine che dipende dal grado di parentela con il de cuius. In linea generale è bene ricordare che il patrimonio ereditario si può distinguere in due parti. Oltre alla quota disponibile della quale il testatore può disporre liberamente, esiste una porzione di legittima, detta anche riserva, che deve essere necessariamente disposta a favore degli eredi legittimi.

Le quote di riserva non possono essere lese in alcun modo e da questo principio si comprende facilmente che, dopo la morte di un soggetto, possono sorgere numerose criticità e contenziosi che ruotano attorno alla corretta costruzione dell’asse ereditario.

Perché affidarsi ad un investigatore privato per le controversie ereditarie

Il supporto professionale di un investigatore privato diventa indispensabile non solo per tutelare al meglio gli interessi dei legittimari, ma anche per fare in modo che la suddivisione delle quote ereditarie avvenga nel pieno rispetto della legge.

Le indagini in materia di successione, infatti, permettono di risalire e di ricercare eredi non reperibili, di identificare i successibili e tutte le altre persone che sono coinvolte nell’asse ereditario.

Un investigatore privato si occuperà inoltre di stilare un rapporto dettagliato dei soggetti che hanno accettato l’eredità in maniera tacita o con beneficio d’inventario, nonché relativo alle eventuali rinunce.

A tal riguardo, ove necessario, verranno condotte approfondite ricerche finalizzate alla raccolta delle prove da esibire in giudizio per accertare l’avvenuta accettazione o rinuncia tacita della quota ereditaria. A tutte queste attività si possono affiancare le verifiche sui rapporti bancari e relative ai conti correnti intestati al de cuius.

Lo scopo principale delle investigazioni è sempre quello di appurare eventuali anomalie e comunque di fare chiarezza su alcune transazioni poco chiare, oltre che su possibili ammanchi di somme facenti parte dell’asse ereditario.

Indagini investigative a tutela degli eredi

L’agenzia investigativa SIS, in provincia di Padova, grazie all’intervento di professionisti qualificati, potrà portare alla luce le prove di atti di transazione illeciti e comunque lesive della quota di legittima. Gli interessati potranno esibire la documentazione raccolta per esperire i rimedi previsti dal nostro ordinamento, come ad esempio l’azione di rivendicazione, con conseguente restituzione delle somme disposte in modo irregolare.

Le prove documentali delle circostanze poco chiare si potranno evincere non solo dalla ricostruzione delle attività bancarie che riguardano il conto corrente del de cuius, ma anche da un’indagine sull’autenticità della autografia e della sottoscrizione del testamento, nonché dalla verifica dei beni e dei titoli che sono presumibilmente oggetto di compravendite simulate, dalle finte donazioni o dalla ricerca patrimoniale di movimenti anomali.